Membro dell'Organo di Amministrazione
Sono diventata socia di Civiltà Contadina nel 2001 affascinata dalle tematiche che questa associazione portava avanti e dal mondo misterioso del seme, base essenziale della vita e della nostra sopravvivenza, legame col passato e condizione senza la quale non può esserci un futuro. Così piccolo e così essenziale.
Non ho più lasciato l’associazione per la quale sono da anni referente per la regione Friuli e alla quale dedico volentieri parecchio del mio tempo. Le vicissitudini attraversate in questi anni dall’associazione sono dipese sempre da una mancanza di energie umane anche perché Civiltà Contadina è un’organizzazione di volontariato che continua ad essere fedele ad un principio fondamentale: autofinanziarsi per non dipendere da nessuno.
Con i suoi ideali, che sono anche i miei, fa ormai parte della mia storia personale perché qui ritrovo i miei stessi valori: l’amore per la Terra e la gratitudine per la sua generosa e incredibile biodiversità, il rispetto per la Natura e le sue Leggi a cui l’uomo farebbe bene a sottostare mettendo da parte la propria ottusa presunzione, la responsabilità verso le future generazioni a cui abbiamo già sottratto tanto.
Come neo nonna mi pesa molto questo aspetto ed è per questo che cerco di coltivare nel mio orto (didattico) dove pratico il metodo naturale-sinergico, tanta biodiversità, la cui tutela poi non è cosa scontata perchè implica conoscenze e dedizione.
Queste attività, anche se portate avanti a volte con una certa fatica (ho un po’ di anni sulle spalle), fanno parte tuttora del mio percorso, lungo il quale ho avuto la fortuna di conoscere tante persone veramente “ricche” di valori, conoscenze ed esperienze, da cui ho imparato e imparo tuttora cose nuove.
Mi auguro che molti altri vogliano aggregarsi al ns. gruppo per dare ancora più forza a questa ns. Associazione e riconoscersi quali compagni di viaggio lungo un cammino che vale la pena di essere intrapreso individualmente e insieme. I ns. ortaggi, frutti e cereali, con i loro colori, le loro forme a volte insolite e i loro sapori introvabili nel cibo omologato dei supermercati, ci coinvolgono in un ciclo perfetto al quale partecipiamo: dal seme, alla pianta coltivata, che diventa cibo nel ns. piatto, ma dalla quale prima recuperiamo il seme, che scambiamo con i ns. soci per poter tutti ricominciare.
E così la storia non ha mai fine permettendoci quasi di sperimentare l’infinito, la solidarietà e a volte perfino di sentire da vicino e finalmente valorizzare il più importante e sacro dei lavori: quello di chi coltiva la Terra senza condizionamenti e senza barare, cioè quello del vero Contadino, felice, come diceva Masanobu Fukuoka, di essere un semplice Contadino.